lunedì 5 novembre 2007

Premessa

Ho riflettuto molto, in questi ultimi tempi, sull'eventualità di realizzare un blog. Quale urgenza comunicativa può spingermi a realizzarne uno? Qualsiasi motivazione sulla necessarietà di quest'azione risulta flebile se non viene ricondotta ad una più generale volontà narcisistica di essere-esserci in una dimensione virtuale. Ormai è un bisogno primario quello di lasciare un segno internettiano. L'uomo ormai instaura relazioni a tre dimensioni: quella con il suo io, quella tra il suo io e gli altri(la dimensione sociale per antonomasia) e la dimensione virtuale-liquida in cui avviene la sintesi delle precedenti fasi. Ho pensato di realizzare questo blog perchè ho sentito l'urgenza di rendere manifesta l'esistenza di questa terza dimensione, che implica interessanti riflessioni sulle nuove modalità di percezioni spazio-temporali. Il nome del blog vuole esprimere questa mia personalissima riflessione. Nel momento in cui si decide di proiettare l'io nella virtualità, si compie un'azione che presenta tuttavia la peculiare caratteristica di essere statica. Si compie l'azione di scrivere messaggi su internet seduti in una postazione. I messaggi scritti su internet vengono chiamati post, proprio come la magica parolina che viene utilizzata in continuazione per definire questo particolare periodo storico. Tutto il nostro mondo è racchiuso in un post a cui spesso seguono nomi o aggettivi di varia natura. Si parla di questo miraggio post avvalendosi di post virtuali scritti da una postazione. Ma il gioco di parole non è ancora finito. I forum e i blog possono essere considerati delle stazioni di post, in quanto colgono (ecco il ritorno del movimento statico descritto prima) e imprimono l'istantanea di un momento, a cui ne susseguiranno innumerevoli altre. Da questi pensieri astratti si può ricavarne la convinzione che la cognizione dell'idea di spazio-tempo con l'avvento del virtuale è profondamente mutata. Stato in luogo e moto (d)a luogo non sono più così netti e distinti così come le grammatiche usavano riportare un tempo, ma si sono ormai fusi in un nuovo modo di considerare l'azione che non può che essere definito come (post)azione.

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